Strade bianche/2: una giornata pre gara al World Tour

Il mattino successivo la squadra si divide: Carmen Small e Sara Penton si alleneranno nei dintorni dell’albergo da sole mentre le altre procederanno a una ricognizione su alcuni tratti di sterrato del percorso.C’è il sole, lo spettacolo delle colline senesi è, come sempre, impareggiabile e le ragazze sono impazienti di scaricare un po’ di tensione precedente alla gara con un allenamento leggero, soltanto una cinquantina di chilometri, ma mirato all’interpretazione tecnica del tracciato.

Siamo in sella da pochi minuti quando spunta all’orizzonte e ci affianca la corazzata Bora al completo che scorta proprio lui: il campione del mondo, Peter Sagan. Devo ammettere che sì, vedere quella maglia, inconfondibile, arrivare da lontano per poi pedalare a un metro da te lascia una certa suggestione. Doris e Sara, invece, si accorgono quasi per caso di chi le ha raggiunte e anche per loro è un momento di semplice passione e divertimento: si stanno allenando con il campione del mondo, non c’è circostanza più adeguata per trovare motivazione e conferma del proprio potenziale. VeloCONCEPT Women è, infatti, una squadra appena nata ma con un posizionamento già molto alto nel ranking mondiale e, soprattutto, con grandissime ambizioni.

La nostra strada si divide da quella della Bora e ritorniamo concentrati sul nostro allenamento. La squadra si è scaldata, comincia davvero a tirare e si chiude attorno a Doris Schweizer. Domani, questi sono gli ordini, la gara è su di lei.

Doris, come capitano designato per questo appuntamento, mette subito in chiaro che fa sul serio e stacca le proprie compagne sulla prima salita in sterrato. Vuole “sentire” il terreno, testare se stessa su un fondo sul quale non è abituata a correre e resta a pedalare concentrata in solitaria per diversi chilometri. Ma lo scenario delle colline del Chianti carica anche le altre ragazze, parte l’inseguimento e si ricongiungono a Doris per terminare insieme l’allenamento.

In quel momento in radio, dalla nostra ammiraglia, arriva la notizia che Bjarne Riis è arrivato. Noi di MB ci stacchiamo dalla ricognizione e ci dirigiamo in albergo per incontrarlo. Dopo la visita che ha compiuto presso l’azienda qualche mese fa, per MB è la prima occasione di confronto con lui, oltre che con gli atleti della squadra, per avere, direttamente dal campo di gara, il feedback più completo possibile sul kit che è stato progettato e realizzato per VeloCONCEPT.

Anche le ragazze, infine, rientrano dall’allenamento ma dopo una doccia sono di nuovo al lavoro: è proprio Bjarne Riis che le convoca per concludere la giornata di preparazione a questa gara insolita e chiedere loro un momento di concetrazione extra.

Riis ha riscontrato nell’esordio di stagione della squadra alla Omloop Het Nieuwsblad qualche difficoltà delle nostre ragazze ad imporsi nel gruppo, forse qualche remora a “sgomitare” un po’.

Come tecnico di grande esperienza (da professionista ha vinto anche un Tour de France nel 1996) la soluzione di Bjarne Riis è semplice: salta in sella a una delle bici e porta le ragazze a fare qualche esercizio tecnico e a provare un po’ di contatto fisico, sempre nel rispetto delle regole ma senza, per questo, subire l’irruenza fisica dell’avversario. Qualcosa che chi ha pedalato in gruppo a livello agonistico conosce molto bene.

Così passa un’altra ora, lavorando sui dettagli, provando delle attività fisiche e quei trucchi del mestiere che quando diventano istinto risolvono i problemi, le emergenze e l’improvvisazione in gara.

Di nuovo arriva la sera, io devo lasciare la Toscana perché l’indomani ho un aereo che mi porterà su un altro servizio e non seguirò la gara, coperta dai fotografi dell’organizzazione. Mentre mi allontano dal casale auguro mentalmente un mio speciale in bocca al lupo a tutta la squadra. Ho potuto apprezzare la professionalità di ognuno riuscendo a conoscerne anche un po’ di vita personale e da oggi queste ragazze sono sicuramente anche “il mio team”.

Come la loro, la mia professione letteralmente mi spedisce qui e là di continuo, conosco la fatica dello stare lontano da casa, di non sapere cosa siano degli orari di lavoro regolari e, nel mio piccolo da ciclista, posso immaginare quanto sacrificio sia necessario per arrivare a correre da professionisti. E finalmente ho visto un team World Tour al lavoro, ne ho seguito la preparazione dietro le quinte. Come appassionato di ciclismo ero molto curioso, come fotografo e professionista sono impaziente di ripetere l’esperienza al più presto. E anche questa volta, sorrido tra me mentre guido, mi sono divertito.

CARRELLO